Donne viaggiatrici: a ogni passo, una storia da raccontare

A Guidizzolo un’iniziativa che ha permesso di riflettere sui concetti di confine, gentilezza e dono. La pellegrina Emma Morosini ha portato la sua testimonianza

Come l’anno scorso il 28 maggio, in occasione della Festa dello Sport, abbiamo replicato a Guidizzolo l’iniziativa ‘Camminare ti dà una storia da raccontare’, in collaborazione con Aido, l’associazione culturale ‘L’Infinito’ e la sua presidente Rosalba Bombana. Ha preso parte all’iniziativa anche Abeo.

Il leit motiv che ha ispirato entrambe le camminate, sono state le donne viaggiatrici. Quest’anno la protagonista è stata una donna pellegrina castiglionese di nome Emma Morosini. Emma ha camminato per moltissimi chilometri in giro per il mondo, scrivendo delle sue esperienze e raccontando aneddoti particolarmente significativi, dei quali alcuni letti durante la camminata dagli attori Sara Piroli e Gabriele Luppi, che ringraziamo per la disponibilità.

Le parole chiave che hanno guidato l’iniziativa sono state tre. Il confine: come un viaggiatore o un pellegrino nel suo viaggio attraversa i confini per scoprire un mondo diverso, così ciascuno di noi, per andare incontro all’altro, deve attraversare la soglia dei propri confini mentali, superando i pregiudizi. Analogamente, come in qualità di operatori dei servizi, uscire dalle nostre stanze professionali vuol dire incontrare la comunità, così coloro che hanno partecipato alla camminata hanno potuto conoscere altre persone e intrecciare relazioni, allontanando la solitudine.

La seconda parola è stata gentilezza: la gentilezza intesa come principio sociale indispensabile e imprescindibile alla base di qualunque rapporto tra gli esseri umani. La troviamo in un sorriso, nelle parole, nei gesti, negli sguardi e persino nei silenzi. Credo che la gentilezza sia fondamentale in un percorso di cura. Occorre gentilezza per varcare qualsiasi soglia e mai come oggi possiamo dire che la gentilezza è rivoluzionaria.

C’è poi il dono. Può assumere tante forme, dal volontariato alla donazione, sotto varie sfaccettature (economica, di tempo e così via): in questo senso la presenza alla camminata delle associazioni Aido e Abeo, oltre alle associazioni sportive, è stata particolarmente importante. La funzione sociale del dono è quella di potenziare i legami sociali. La connessione tra dono e legame si esprime attraverso la gratitudine, che rappresenta il fondamento della vita sociale. Ricevere e restituire un dono è il nocciolo dell’affettività nei legami profondi, che si possono esprimere in termini fisici, psicologici e spirituali.

Possiamo dire che l’attraversamento del confine con una mente aperta, libera dai pregiudizi costituisce un dono che rafforza i legami tra le persone e attiva gratitudine. Con queste premesse, la camminata si è svolta in paese, alternando momenti di cammino intervallati a spazi narrativi, che hanno avuto come riscontro una buona adesione da parte dei cittadini.

di Roberta Pasotti, assistente sociale Consultorio familiare di Goito

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

Archivi
Categorie
Iscriviti alla newsletter