Gli specialisti indagano sui soggetti dei quadri, fra la tiroide ingrossata della Madonna col bambino dormiente di Mantegna ai nani di Velasquez in Las meninas
Non è infrequente che riviste mediche ospitino rubriche con articoli dedicati alla Medicina nell’arte. Sia di esempio l’articolo “A likely case of goiter in the Madonna col bambino dormiente by Andrea Mantegna”. Scritto da Mirko Traversari, è stato pubblicato sul Journal of Endocrinological Investigation nel 2017, accolto nella rubrica ‘Endocrinology and Art’. Nel quadro, esposto alla Gemalde Gallerie di Berlino, la Madonna è raffigurata con un collo allargato a causa di una massa sporgente che si presta a varie interpretazioni cliniche potendo trattarsi di una cisti o di un lipoma o più verosimilmente di un gozzo, cioè di una ghiandola tiroide ingrossata.
Un altro articolo pubblicato nel 2016 sulla rivista Neurological Sciences ha per titolo “A case of Horton’s disease (with its potential neurological symptons) depicted in portrait by Andrea Mantegna”. Il quadro attribuito al Mantegna, noto come ‘Profilo d’uomo’ ed esposto al museo Poldi Pezzoli di Milano, raffigura un notabile evidenziante sulla tempia un’arteria temporale turgida tale da ipotizzare fosse affetto da malattia di Horton nota anche come arterite a cellule giganti. Discussa in più occasioni su riviste scientifiche è la nana Lucia raffigurata nella Camera degli sposi. Il nome della nana è stato individuato, documenti d’archivio alla mano, da Rodolfo Signorini («La Reggia», dicembre 2017, numero 4)
È del 2009 l’articolo di Jaques Battin “The dwarf painted by Mantegna of Mantua and the Morgante of Florence” comparso sulla rivista Art and the History of Medicine, Vesalius. L’autore propone che il nanismo di Lucia sia dovuto a deficit genetico dell’ormone della crescita, nanismo non causato quindi da acondroplasia come sembrerebbe a prima vista. Quest’ultima è un difetto della cartilagine che determina alterazioni dello sviluppo scheletrico per cui chi ne è affetto evidenzia bassa statura, sproporzione tra arti (corti) e tronco (normale), dita corte, testa grande (macrocefalia) con fronte prominente.
Secondo Battin, Lucia non dimostra la macrocefalia decisiva per la diagnosi di acondroplasia. La già citata rivista di endocrinologia nel 2000 dedicò alcune righe per ricordare la nana Lucia. Più di recente, nel 2016, la stessa è stata oggetto di una disputa medica sulla rivista The Lancet Neurology. Secondo Raffaella Bianucci et al. Lucia era affetta da neurofibromatosi di tipo I associata a nanismo ipopituitario (cioè dovuto a mancata funzione della ghiandola ipofisi). Gli autori avanzarono la loro ipotesi diagnostica avendo individuato sul volto di Lucia cinque neurofibromi, alcune macchie caffè-latte, un neuro-fibroma sulla mano, una testa di ampie dimensioni rispetto alla bassa statura ed un dito indice destro deformato, cioè quanto basta per fare la diagnosi. Peccato che la loro osservazione si basasse su particolari dell’affresco cancellati dal restauro del 1980.
Questo eliminò i difetti delle immagini causati dal tempo riportando i personaggi così come il Mantegna li aveva raffigurati. Il disguido venne rimarcato da Benedicenti che inviò alla rivista una lettera pubblicata nel 2017. Non essendo più evidenti le lesioni individuate da Raffaella Bianucci non era più possibile ovviamente diagnosticare la neurofibromatosi; l’aspetto della nana, specie la configurazione del volto, non lascia dubbi: di acondroplasia si tratta, senza se e senza ma.
Sempre restando in tema di nani, particolarmente didattico è il quadro di Diego Velasquez del 1656 intitolato ‘Las meninas’ ed esposto al museo del Prado di Madrid. In questa mirabile opera nell’angolo in basso a destra si notano la nana acondroplasica Maribarbola e il nano “armonico” Nicolasito: nano armonico è colui che, pur mantenendo le varie parti del corpo con proporzioni accettabili, è affetto da mancato sviluppo per il già menzionato deficit di ormone della crescita.
Di Andrea Zanca, Accademia Nazionale Virgiliana