Gli interventi cognitivo-comportamentali nei contesti psichiatrici

Incontri di gruppo con pazienti e operatori nel servizio di diagnosi e cura di Mantova per ridurre le ricadute e promuovere l’aderenza terapeutica

Gli interventi cognitivo comportamentali inclusivi delle essenziali componenti psicoeducazionali-riabilitative, hanno assunto nel tempo un ruolo chiave nei piani di evidence-based treatment delle persone con disturbi della salute mentale, in particolare nei contesti psichiatrici territoriali.

La possibilità di un intervento con componenti analoghe, ma specificatamente costruito per le persone ricoverate in strutture ospedaliere con disturbi in fase di acuzie, risulta l’elemento innovativo di questo modello sviluppato negli ultimi dieci anni, inizialmente all’Spdc (struttura psichiatrica di diagnosi e cura) San Filippo Neri di Roma e in seguito a quella di Campobasso.

Il manuale elaborato, giunto alla sua terza edizione, ha trovato applicazione in diversi contesti di Dipartimenti di Salute Mentale del panorama nazionale con riscontri sul versante dell’efficacia terapeutica, della soddisfazione degli utenti e del clima di reparto, come gli autori hanno potuto comprovare sul piano scientifico.

Il modello di riferimento è centrato sulla struttura a moduli “costanti” e “opzionali” che possono essere scelti dall’equipe terapeutica in funzione delle necessità dei pazienti. La coordinatrice, due medici psichiatri della struttura, e lo psicologo del servizio Cps di Mantova, supportano l’implementazione dei gruppi in co-conduzione.

I protagonisti insieme ai pazienti, gli operatori del comparto dell’Spdc di Mantova, Infermieri e oss, si impegnano con grande professionalità a condurre i gruppi in reparto. La formazione si è conclusa nei mesi scorsi con i colleghi di Arezzo che hanno collaborato alla pubblicazione di questo importante strumento nato dall’applicazione e dall’esperienza sul campo e rinnovato nel tempo. Nell’ottica dell’Spdc risulta centrale che, in un progetto assistenziale, la riabilitazione interessi trasversalmente tutti i luoghi di cura secondo un modello di riferimento comune e armonico.

La confermata efficacia degli interventi nel ridurre le ricadute e nel promuovere l’aderenza terapeutica, attraverso il percorso fatto insieme ai pazienti, scandendo il tempo e dando un senso al ricovero, vissuto sempre come un’esperienza negativa, favorisce anche la convivenza con altri pazienti e con l’equipe di cura, contribuendo a un clima organizzativo più sano.

Quello che vogliamo trasmettere è l’importanza del prendersi cura di sé e di farsi aiutare dalle persone care e dai servizi di salute mentale andando oltre lo stigma che ancora opprime la nostra comunità.

Ringrazio i colleghi di Arezzo che con la loro professionale esperienza e dedizione ci hanno fatto conoscere uno strumento così importante e gli operatori che con passione rendono possibile l’applicazione del modello cognitivo-comportamentale, valore assistenziale e terapeutico aggiunto nella nostra struttura.

Di Roberta Rosa, coordinatrice infermieristica Spdc Mantova e Francesco Semeraro, psicologo Cps Mantova

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