Arresto cardiaco improvviso, tecnica mininvasiva ideata al Poma si diffonde nel mondo

Procedura creata dal chirurgo toracico Andrea Droghetti diventa gold standard nel settore. Al medico un riconoscimento a Paola in Calabria

Andrea Droghetti durante una lezione a Parigi

Una procedura di impianto sottocutaneo di defibrillatore che sta facendo il giro del mondo porta la firma di un medico del Carlo Poma. L’ha ideata Andrea Droghetti, responsabile delle attività di chirurgia toracica di Mantova e Cremona, che ha il merito di avere dato vita in questi anni a trattamenti chirurgici mini-invasivi ultraspecializzati per lo scompenso cardiaco e la prevenzione di morte improvvisa. Il professionista ha, appunto, creato una nuova tecnica di impianto, modificandola in modo significativo rispetto alla sua versione originaria e riducendone l’invasività.

Qual è il campo di applicazione di questa tecnica?
“Ogni anno circa 50mila persone in Italia e oltre 350mila in Europa vengono colpite da arresto cardiaco improvviso, un’aritmia maligna che può avere esito letale se non si interviene con tempestività. Questa patologia colpisce anche i giovani, spesso durante lo svolgimento di attività sportive. L’evoluzione tecnologica ha portato oggi alla disponibilità di defibrillatori impiantabili nella parete del torace – chiamati S-ICD o defibrillatori sottocutanei – che hanno il grande vantaggio di non entrare nel cuore, pur controllandolo perfettamente a distanza, in modo meno invasivo, ma altrettanto sicuro.”

In cosa consiste la procedura che ha ideato?
“La tasca toracica sottocutanea di inserimento del defibrillatore è stata sostituita con una tasca anatomica intermuscolare del torace ideale per allocare il defibrillatore. Ho inoltre introdotto blocchi anestesiologici del torace eco-guidati che hanno reso possibile eseguire l’impianto del defibrillatore sottocutaneo in pazienti svegli, senza più necessità di anestesia generale. L’intervento può quindi essere eseguito senza ricovero, in regime di day-hospital o ambulatoriale.”

Andrea Droghetti e alcuni professionisti dell’Arabia Saudita

Una metodica che negli ultimi anni è stata anche perfezionata, diffondendosi in vari Paesi. Come?
“Nel 2015 l’ho presentata a un meeting di esperti europei ad Amsterdam, dopo avere eseguito il primo impianto a Mantova. Da allora gli sviluppi sono stati straordinari. Hanno portato a una riduzione drastica delle complicanze e delle infezioni post-impianto, permettendo ai sistemi di essere molto più efficienti e rendendo quasi invisibile il defibrillatore. Per tutti questi motivi, oggi nel mondo l’80 per cento degli impianti di SICD è ormai eseguito mediante la tecnica intermuscolare a due incisioni.”

Il Dr. Droghetti ha anche scritto articoli scientifici su prestigiose riviste scientifiche internazionali, ha contribuito alla redazione di un libro edito da Piccin ed è responsabile scientifico della creazione di cartoon scientifici in 3D che descrivono la tecnica di impianto. Ha inoltre svolto attività formativa in tutta Europa e Medio Oriente ed è docente di Master dedicati alla tecnica di impianto e dei blocchi anestesiologici eco-guidati all’Università di Barcellona.

Consegna della targa della città di Paola

Recentemente, gli è stato assegnato anche un riconoscimento per questi risultati: a seguito
di una lezione magistrale tenuta a Paola (Cosenza), il sindaco del comune calabrese Roberto Perrotta ha voluto donare ad Andrea Droghetti una targa della città con il ricordo di San Francesco da Paola, per il grande lavoro svolto a favore di milioni di pazienti che possono oggi beneficiare di questa rivoluzionaria tecnica chirurgica. A riguardo, il chirurgo commenta: “Sono molto orgoglioso di questo riconoscimento, di cui ringrazio il primo cittadino Perrotta.”

 

Elena Miglioli è il direttore del periodico Mantova Salute, responsabile dell’Area Ufficio Stampa, Comunicazione e Urp ASST di Mantova. Giornalista professionista, scrittrice, poetessa. Ama tutte le forme d’arte, ma mette la musica (classica) al primo posto.

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