Conoscenza, formazione e dimensione comunitaria le chiavi per affrontare la violenza alle donne

Alla Pieve dei due pozzi di Barbassolo il 26esimo convegno sulla salute che ha spaziato dal gender e ideologia alla scuola, dalla lezione dei classici alla medicina di genere e alla necessità di un passaggio culturale

Conoscenza, formazione, comunità. Sono queste le parole ricorrenti emerse dall’annuale convegno che si è svolto il 27 settembre alla Pieve dei due Pozzi, Barbassolo (Mantova). Titolo dell’evento, giunto alla sua ventiseiesima edizione, ‘La parità di genere oggi e la violenza alle donne’.

Dopo l’introduzione del referente del comitato scientifico della Pieve dei due Pozzi Maurizio Tedoli, che ha accennato ai santi Cosima e Damiano – a cui è intitolato il santuario della salute – i quali “esercitavano l’arte medica senza denaro”, i saluti delle autorità che hanno offerto da subito spunti interessanti per entrare poi nel merito del convegno: il vicesindaco Davide Nicchio, il parroco don Stefano Tognetti, il direttore generale di Asst Mantova Anna Gerola, il presidente del Gruppo Mantova Salus Guerrino Nicchio, il presidente dell’associazione mantovana farmacisti cattolici Loris Rossi, il presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche di Mantova Andrea Guandalini, il presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani.

“La violenza di genere – ha commentato Tedoli – è una piaga che affonda le sue radici nella prevaricazione e sul possesso; l’ONU la definisce un flagello mondiale perpetuato attraverso l’abuso fisico, psicologico, sessuale a danno particolarmente delle donne e dei bambini ma che non deve farci dimenticare altre categorie e situazioni: uomini, anziani, luoghi di lavoro…Accanto alla violenza fisica c’è anche una violenza psicologica ed economica che si esplica con comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, e di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia”.

Gabrio Zacchè, ginecologo, primario emerito di Ostetricia e Ginecologia ASST Mantova e bioeticista, nel suo intervento dal titolo ‘Gender fra scienza e ideologia’ ha evidenziato come la manipolazione e le costrizioni culturali possano togliere importanza alla natura. Lo psicologo e psicoterapeuta di Asst Mantova Paolo Breviglieri ha sottolineato l’importanza di investire sull’educazione, soprattutto scolastica, per prevenire le discriminazioni e la violenza di genere e sulla necessità di formare gli stessi insegnanti. Armando Savignano, già professore ordinario di filosofia morale all’Università di Trieste, ha parlato dei classici come lezione di vita, facendo fare ai presenti un tuffo nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e nel Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, dove si incontrano l’infedeltà e la gelosia.

Gaia Cimolino, responsabile governo del rischio clinico, relazioni con il pubblico e clima interno di Asst Mantova ha sfatato il mito della medicina di genere come una medicina dedicata alle donne, spiegando che si tratta invece una medicina su misura che tiene conto appunto delle differenze fra maschile e femminile. Domenico Geracitano, scrittore e poliziotto, nella sua relazione ‘Ordin@mente: prima che il caos diventi violenza’ ha fatto leva sul valore che occorre dare alla parola, capace di renderci essere umani. A seguire la proiezione del cortometraggio ‘Oltre l’amore’.

Ha moderato il seminario la giornalista e responsabile dell’ufficio stampa e comunicazione di Asst Elena Miglioli; responsabile scientifico il medico della struttura di Medicina Generale del Poma Giovanni Paganini. In conclusione, si è rilevata l’importanza della conoscenza e della dimensione comunitaria per affrontare la problematica. Tutti devono contribuire a un passaggio culturale: la famiglia, le scuole, le istituzioni, i luoghi di cura.

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