L’arte che sa trasformare e fare accadere miracoli: i musei che escono dai musei e i luoghi di cura che escono dai luoghi di cura

Un convegno per raccontare i progetti di welfare culturale in collaborazione fra Asst e numerosi partner per una comunità che pensa al benessere dei cittadini

Trasformazione. Questa la parola ricorsa maggiormente durante il convegno ‘Innesti. La bellezza seme di una comunità che si prende cura, in programma il 14 ottobre nella splendida Sala Cavalli di Palazzo Te, organizzato da Asst Mantova in collaborazione con la Fondazione Palazzo Te e con l’associazione ‘La Corte dei poeti. Un momento prezioso per fare una panoramica sulle esperienze di welfare culturale vissute dall’azienda socio sanitaria territoriale insieme alle istituzioni e ad altri partner per generare benessere nei pazienti, nei professionisti della salute e nei cittadini tutti.

Si punta a un concetto di arte terapeutica diffusa, attraverso un movimento dall’interno verso l’esterno: i musei che escono dai musei, i luoghi di cura che escono dai luoghi di cura e in un punto ‘trasformativo’ si incontrano per ‘fare insieme’.

Fare insieme, appunto. Perché la comunità sa prendersi cura solo attraverso la costruzione di rapporti dal volto umano. Con dentro quella “sacralità” a cui accennava l’antropologo e sociologo Gregory Bateson, felicemente citato in corso d’opera. E qui si viene alle metafore della natura, dalle quali nasce anche il titolo del convegno e che sono alla base del progetto ‘Innesti’, declinato dall’area ufficio stampa e comunicazione di Asst in una mostra, allestita da maggio a ottobre nello spazio espositivo permanente Hallart, hall dell’ospedale di Mantova.

Il progetto parla appunto di come essere sempre presenti davanti allo specchio che l’altro rappresenta per noi, pure quando il terreno non è facile da coltivare. Lo fa ricorrendo a dipinti e vocaboli mutuati dal mondo vegetale: dissodare, seminare, innestare, annaffiare, fiorire, cogliere. Volti e corpi che prendono forma, germogliano, s’indovinano dentro una chioma d’albero, una foglia, un fiore.

Il momento formativo, proposto per il secondo anno consecutivo ancora una volta dall’area ufficio stampa e comunicazione di Asst e rivolto al personale sanitario, era suddiviso in due parti. Prima l’aula, poi i laboratori di caviardage su parola e cura, oltre alla visita guidata al museo, ‘Metamorfosi e natura nel mito come azioni di benessere e relazione’.

I relatori hanno raccontato: i laboratori espressivi di danza, musica, pittura e teatro che hanno coinvolto i pazienti dializzati – in collaborazione con la struttura di Nefrologia e Dialisi del Poma – e le persone affette da demenza a Palazzo Te (‘LiberamenTe’); le visite con workshop di scrittura creativa per genitori e donne in condizioni di fragilità a Palazzo Ducale (con le assistenti sociali di Asst); il ‘Festival della salute mentale’ della Psichiatria, oltre 40 eventi e 40 partner  in 10 giorni fra città e provincia; i laboratori di poesia in carcere e alle Rems nati dalla sinergia fra Asst, Casa circondariale e ‘La corte dei poeti’; le attività artistiche destinate agli ultra 65enni strappati al rischio di isolamento, per ‘Larte di prendersi cura di sé’; il percorso museale di Palazzo Maffei a Verona, gettando lo sguardo al di là della provincia virgiliana.

E così come le conseguenze dell’amore, ci sono le ‘conseguenze dell’arte’: farmaci ridotti fra i detenuti sempre più innamorati dei versi, donne gravide che escono “rilassate” e “ispirate” dalla reggia dei Gonzaga. Lo stupore negli occhi di un malato di Alzheimer. La stanchezza da dialisi attenuata da un ballo sotto gli affreschi di Giulio Romano.

“Dobbiamo costruire una nave con i resti della tragedia”, ha scritto uno dei detenuti dopo avere assaporato un momento di scambio poetico. E forse è tra coloro che, al posto di ritirare i sedativi, in ambulatorio ha chiesto al medico di trascrivere i suoi componimenti.

L’arte che dà fiori e frutti ovunque, anche lontano dagli spazi ufficialmente deputati a praticarla e ammirarla. Ma prima di tutto, dà fiori e frutti nelle vite delle persone che la toccano. Questa trasformazione non è forse un miracolo?

Di Elena Miglioli, dirigente Area ufficio stampa e comunicazione Asst Mantova

 

 

 

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