Una scelta a favore della vita in Comune: dire sì alla donazione di organi e tessuti

Sono 8mila le persone in attesa di un organo, in Italia 4.600 trapianti all’anno e 2.000 donatori. Crescono le dichiarazioni di volontà, ma anche le opposizioni

Si è tenuto il 15 settembre a Suzzara il seminario sulla donazione organi e tessuti, promosso da ASST Mantova, ATS Val Padana, AIDO rivolto agli operatori di servizi demografici di Comuni del Basso Mantovano. Al Centro Culturale Piazzalunga una platea di 40 persone attente e interessate ha seguito la presentazione del percorso che, partendo dal sì alla donazione, arriva fino al trapianto. Dai saluti istituzionali del direttore generale di ASST, del sindaco di Suzzara, del direttore sanitario di ATS, del presidente Avis di Suzzara, è emersa, forte, l’esigenza di mettere in rete le conoscenze e sostenere il valore etico della donazione.

C’è un divario da colmare: circa 8.000 persone stanno aspettando la telefonata che li avverte della disponibilità di un organo per poter riprendere una vita normale; in Italia si eseguono circa 4.600 trapianti all’anno con 2.000 donatori. Un dato in crescita quello delle dichiarazioni di volontà alla donazione, grazie all’impegno degli operatori dell’anagrafe Comuni che al momento del rinnovo della Carta d’identità, hanno il compito di registrare la volontà del cittadino. Dichiarare la propria volontà è una possibilità, non un obbligo e il cittadino è libero di decidere e di cambiare idea in ogni momento della sua vita.

Crescono anche le opposizioni alla donazione (circa il 40 per cento dei cittadini si esprimono per il no) e questo è il nodo sui cui lavorare; il nostro territorio non fa eccezione e le fasce di età con il maggior numero di opposizioni esplicite è quella degli over 60 e dei giovani 18-30 anni. Ma non ci sono limiti età (ad esempio per la donazione di sangue), né la presenza di patologie, dato che saranno i medici a valutare l’idoneità di organi e tessuti per il trapianto.

Un solo donatore può salvare 8 vite e la donazione di tessuti (come le cornee) può restituire la vista a 2 persone. L’intervento di don Paolo Gibelli ha chiarito che non vi sono remore della religione cattolica alla donazione; la barriera linguistica può essere un impedimento e gli operatori di sportello lo testimoniano: è un concetto difficile da spiegare se non si comprende la lingua. Per questo, il progetto promosso da Aido con ASST e ATS mira a moltiplicare le occasioni di informazione, anche con brochure multilingue e con campagne di comunicazione capaci di rimuovere le false notizie sulla donazione. E continuerà l’attività incessante con gli studenti, nelle scuole, con il supporto di esperti e volontari, del progetto “La mia vita in te”. L’obiettivo è di rendere questa scelta “consapevole” e sorretta da corrette informazioni.

 

 

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