Incontri con l’educatore, la psicologa e l’infermiera al CPS di Mantova per accettarsi, migliorare le competenze relazionali, trasformando il controllo in ascolto
La percezione alterata del corpo è un sintomo molto frequente e peculiare nei DNA (Disturbi della Nutrizione e Alimentazione), responsabile del mantenimento del disturbo o di possibili ricadute, nonostante il recupero ponderale. L’immagine di sé viene filtrata attraverso standard irrealistici di bellezza, spesso interiorizzati fin dall’infanzia, e in questo scenario il corpo è vissuto più come un “nemico” e non come una parte viva e alleata di sé.
Da marzo al CPS-Centro psicosociale di Mantova è iniziato un percorso riabilitativo integrato per affrontare il delicato tema della dispercezione corporea che prevede l’integrazione di più interventi: la terapia dello specchio, la mindfullness e lo yoga educativo. La tecnica della terapia dello specchio condotta dall’educatore Luca Pasqualini, prevede 8 incontri con una esposizione e una osservazione sistematica e graduale del corpo di fronte a uno specchio a figura intera, specchio in cui le pazienti sono istruite a descrivere, ma non giudicare il proprio corpo. Tale tecnica lavora sulla capacità dei pazienti di esporsi senza giudizio, fondamento principale per l’accettazione del proprio schema corporeo.
Parallelamente alla terapia dello specchio le pazienti vengono accompagnate in un percorso di consapevolezza attraverso la mindfulness e lo yoga: è previsto un ciclo di 8 incontri condotti da Laura Orlando, psicologa psicoterapeuta e da Cinzia Bontempi, infermiera professionale, durante i quali si propongono pratiche meditative e laboratori di toga educativo.
La mindfulness, ovvero la pratica della consapevolezza non giudicante del momento presente, aiuta le persone con DNA a entrare in contatto con pensieri, emozioni e sensazioni fisiche in modo più equilibrato. Invece di reagire automaticamente al disagio corporeo la persona impara ad osservare ciò che accade dentro di sé con curiosità e compassione. Lo yoga educativo nasce dall’incontro tra il Oki-Do Yoga e la pedagogia, si fonda su una metodologia attiva e laboratoriale, dove l’istruttore svolge il ruolo di facilitatore. Attraverso le esperienze di gruppo, si potenziano le competenze relazionali, cognitive ed emotive, migliorando le strategie di apprendimento.
Nel lavoro sull’immagine corporea queste tecniche sono fondamentali per riconoscere i pensieri giudicanti sul corpo senza identificarvisi, aprendo lo spazio a nuove forme di relazione, favorendo una maggiore consapevolezza di sé. La terapia dello specchio, la mindfulness e lo yoga non offrono soluzioni rapide, sono pratiche profonde e trasformative che vanno ad integrare i percorsi di cura costituiti da sostegno psichiatrico, psicologico (individuale, familiare o gruppale) e dietistico. Nei disturbi del comportamento alimentare, dove il corpo è spesso vissuto come una fonte di dolore, questi interventi aiutano, con gradualità e delicatezza, a trasformare il controllo in ascolto, la critica in gentilezza, la disconnessione in presenza, sostenendo i pazienti a riprendere gradualmente contatto con il proprio corpo, a sviluppare un atteggiamento di accoglienza e consapevolezza delle proprie forme e dei correlati emotivi legati alla percezione del corpo.