Avvicinarsi alla fragilità: laboratorio espressivo esperienziale per i volontari

Il tavolo dell’area anziani della casa di comunità di Goito ha organizzato otto incontri informativi e una visita a Palazzo Ducale per un percorso molto apprezzato

Il tavolo dell’area anziani della Casa di Comunità di Goito, composto da operatori di vari servizi sociosanitari dell’ASST e volontari di associazioni di volontariato hanno promosso un percorso formativo, composto da otto incontri tematici, rivolto a volontari e cittadini che desiderano approcciarsi al mondo del volontariato, residenti nei Comuni di Goito, Volta Mantovana, Guidizzolo, Monzambano e Ponti sul Mincio.

Le tematiche proposte: Costruire fiducia, l’importanza della comunicazione nelle relazioni di aiuto a cura di Rosaria Furlani, psicologa-psicoterapeuta casa di comunità di Goito; Ascoltare e ascoltarsi, gli ingredienti di un buon ascolto, perché “sentire” non basta, a cura di Marica Vaona, psicologa-psicoterapeuta cooperativa La Quercia – Roverbella; La relazione di aiuto: risorse e limiti, a cura di Rosaria Furlani, psicologa-psicoterapeuta casa di comunità di Goito; Lo spazio dalla casa, luogo riservato e intimo: esperienze e strategie, a cura di Donatella Terzi, assistente sociale casa di comunità di Goito e Alessandra Gabusi, assistente sociale ambito di Guidizzolo; Accogliere la malattia in famiglia: dal disorientamento all’accettazione, a cura di Francesca Rossi, infermiera e counselor casa di comunità di Goito; La relazione con la persona con deficit cognitivo e con i suoi familiari, a cura di Chiara Fiaccadori, neuropsicologa, psicologia clinica Asst Mantova; Orientamento ai servizi della casa di comunità e del territorio, a cura di Donatella Terzi e Alessandra Gabusi, assistente sociale ambito di Guidizzolo, Elena Campagnari e Adina M. Petrovici, infermiere della casa di comunità Goito.

Ho tenuto le fila del percorso formativo, occupandomi in particolare delle esercitazioni esperienziali collegate alla parte teorica. Alla fine degli incontri è stato fatto sperimentare al gruppo dei volontari un percorso a Palazzo Ducale, rientrato nel Progetto ‘L’arte di prendersi cura di sé’ dell’ASST, dedicato agli over 65, dal titolo Le imprese di Isabella d’Este, in accordo con Alessia Sempreboni, responsabile struttura coordinamento Disabilità e Fragilità di Asst.

A quest’ultimo incontro ha collaborato Martina Mazzi, assistente sociale del Consultorio di Mantova. L’incontro ha previsto una visita alle stanze abitate da Isabella D’Este, accompagnata da una guida che ha raccontato le imprese e la vita della nobildonna, a cui è seguito un laboratorio di scrittura autobiografica. Al percorso formativo nel suo insieme si sono iscritti 16 volontari, di cui 14 hanno presenziato in modo costante. Nell’ultimo incontro a Palazzo Ducale, si sono aggiunte tre volontarie dell’associazione VoltaxVolta.

Quali sono gli elementi più significativi emersi nel percorso?

  • La difficoltà, nel lavoro con gli assistiti, di comprendere correttamente nella relazione i segnali della comunicazione non verbale;
  • La difficoltà nel tollerare i silenzi nel contatto con l’utenza (ad esempio nei momenti di trasporto) e soprattutto gestire i momenti chiusura emotiva degli assistiti senza viverli come segnali di una propria incapacità;
  • La difficoltà a gestire la rabbia verso i familiari degli utenti, che i volontari vivono come incapaci di farsi carico delle persone che loro supportano;
  • La difficoltà a sospendere il giudizio, di fronte all’aspettativa di un cambiamento rapido degli assistiti, a seguito dell’impegno profuso;
  • La ricerca della modalità migliore per gestire le situazioni di incuria o di disordine degli spazi in cui vivono gli assistiti, tollerandole, dandone un senso che non li colpevolizzi e non li infantilizzi;
  • Essere a conoscenza della rete dei servizi dedicate alle persone fragili.

Gli elementi tracciati sembrano avere a che fare, dal punto di vista emotivo, con sentimenti di impotenza e vissuti di solitudine, presenti nei volontari. In questo senso l’incontro conclusivo dell’11 marzo ha messo in luce l’importanza di lavorare in contesti di gruppo, sentiti come un aiuto e un sostegno al lavoro individuale da loro svolto nella quotidianità. Si prevede di organizzare per il futuro incontri a carattere bimensile di confronto, dove poter portare dubbi, riflessioni, desideri in relazione alle esperienze svolte sul campo.

LA VISITA A PALAZZO DUCALE

Nell’incontro di visita a Palazzo Ducale, sono state somministrate un insieme di scale di misurazione scientificamente validate (Toolkit UCL per la misurazione del benessere al museo), che valutano l’impatto della partecipazione alle attività museali. Le scale, autosomministrate, prendono in considerazione sei stati d’animo da sottoporre in entrata e in uscita ai partecipanti.

I valori attribuiti agli stati d’animo vanno da 1 a 5 (1: per nulla; 2: poco; 3: abbastanza; 4: molto; 5: moltissimo).

La percentuale complessiva di miglioramento dello stato d’animo, riferito al gruppo, tra l’ingresso e la conclusione del percorso, è stata del 9,58%, dato statisticamente significativo.

 

 

 

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