I cibi migliori per lo svezzamento: ecco i consigli sui tagli sicuri

La nutrizionista Maria Chiara Bassi spiega come curare l’alimentazione del neonato dai sei mesi in poi

Durante i primi mesi di vita, la mamma deve essere particolarmente attenta all’alimentazione del proprio piccolo. Maria Chiara Bassi, biologa nutrizionista di Asst Mantova approfondisce l’argomento, fornendo preziosi consigli alle donne per prendersi cura al meglio del neonato.

Qual è il momento migliore per lo svezzamento?
In base alle ultime linee guida dell’Oms di ottobre 2023, gli alimenti complementari dovrebbero essere introdotti a 6 mesi di età del neonato (180 giorni) continuando ad allattare. Importante che il bambino riesca a stare seduto in modo autonomo.

Che cos’è l’alimentazione responsiva?
I bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi dovrebbero ricevere un’alimentazione responsiva, definita come “pratiche alimentari che incoraggiano il bambino e la bambina a mangiare autonomamente e in risposta ai bisogni fisiologici e di sviluppo, che possono incoraggiare l’autoregolazione nel mangiare e supportare le funzioni cognitive, emotive e sociali”. È importante rispettare il senso di sazietà del bambino.

In fase di svezzamento, quali sono i cibi più adatti per i bambini?
I neonati e i bambini di età compresa tra 6 e 23 mesi dovrebbero seguire una dieta diversificata. Gli alimenti di origine animale, tra cui carne, pesce o uova, dovrebbero essere consumati quotidianamente alternandoli a legumi, noci e semi che dovrebbero essere consumati frequentemente, in particolare quando carne, pesce o uova e verdure sono limitati nella dieta. Frutta e verdura dovrebbero essere consumate quotidianamente. Gli alimenti ricchi di zuccheri, sale e grassi trans non dovrebbero essere consumati così come, le bevande zuccherate, le tisane granulari e si succhi di frutta in genere anche quelli al 100 per cento. Nemmeno i dolcificanti non zuccherini come aspartame, acesulfame, eritritolo dovrebbero essere consumati. L’alimentazione del bambino può seguire l’alimentazione della famiglia qualora sia equilibrata e segua il più possibile le indicazioni della dieta mediterranea.

Cosa si intende per tagli sicuri?
Con la diffusione dell’autosvezzamento, i genitori di bambini che stanno per approcciarsi ai primi assaggi a tavola si pongono la questione dei “tagli sicuri”: si chiedono, cioè, come offrire senza pericoli al bambino che ancora non sa masticare, cibo diverso da una pappa di consistenza omogenea. Adottare tagli sicuri risulta importante non solo nelle prime settimane di svezzamento o autosvezzamento, ma anche per tutti i primi 3-4 anni di vita del piccolo. Quando si parla di tagli sicuri per lo svezzamento si fa riferimento a come tagliare e offrire il cibo al bambino nel modo più sicuro possibile per scongiurare il pericolo di soffocamento. Questa eventualità, infatti, può preoccupare i genitori quando si inizia l’introduzione dei primi alimenti.

Come capire quali sono i tagli sicuri?
Dobbiamo prestare attenzione in particolare ad alcune caratteristiche del cibo, ovvero consistenza, forma e scivolosità. Consistenza: il bambino piccolo riesce a schiacciare il cibo ma non a triturarlo, attività questa che sarà possibile più avanti, quando svilupperà i denti appositi. Fino ai 18 mesi circa, quindi, andranno proposti solo cibi morbidi.
Se si riesce a sfaldare l’alimento schiacciandolo tra pollice e indice vuol dire che la consistenza è sicura (in alternativa si può mordere un pezzetto e spingerlo con la lingua contro il palato, se il cibo diventa poltiglia la consistenza è quella giusta). Viceversa, tutti gli alimenti che si spezzano senza perdere consistenza possono risultare pericolosi. Pensiamo a un bastoncino di carota: è necessario che sia cotto, dal momento che la carota cruda si spezza in bocconi che non si sfaldano.

Cibi dalle consistenze molto dure (mandorle, anacardi, frutta secca…) non sono adeguati, perché potrebbero essere inghiottiti per intero. In questo caso si procede frullando gli alimenti fino a ridurli in farina, comoda da aggiungere a uno yogurt, alla frutta o a un primo piatto. Anche utilizzare creme spalmabili di frutta secca è un buon modo per favorirne il consumo in sicurezza. Anche il grado di maturazione può incidere molto sulla consistenza: pere, pesche, albicocche, kiwi sono tutti frutti idonei fin dall’avvio dello svezzamento, se opportunamente tagliati o sminuzzati, al contrario di un frutto acerbo.

Altre accortezze?
Le forme. Alcune più di altre sono pericolose, come ad esempio quelle tonde o cilindriche (pomodorini, acini d’uva, mirtilli, mozzarelline, olive, wurstel…). Se aspirate, possono infatti bloccarsi nella faringe e impedire il passaggio di aria. Andranno quindi tagliate a bastoncino, a spicchi sottili, a striscioline fini, triturate o sminuzzate.

Il taglio a rondelle, spesso usato per alimenti come carote, banane o wurstel, non è da annoverare fra i tagli sicuri poiché determina proprio una forma tonda, potenzialmente pericolosa. Si raccomanda anche di rimuovere accuratamente i semi e i noccioli, se presenti. Riprendendo l’esempio di prima, per ottenere tagli sicuri per le carote, dopo averle cotte possiamo schiacciarle con una forchetta, ottenendo una purea disomogenea, oppure tagliarle a bastoncini lunghi e larghi quanto un nostro dito. Se invece intendiamo offrirle crude, è necessario grattugiarle finemente e offrirle al piccolo poco per volta. Oltre a ciò, sottolineiamo ancora una volta l’importanza di valutare le competenze del proprio bambino: solo attraverso l’osservazione è possibile capire come meglio procedere.

Il tutto senza fretta: imparare a masticare non è una gara! Possiamo iniziare proponendo tagli a bastoncino, a fettine sottili o polpette allungate quando il bambino è più piccolo e la sua presa è ancora grossolana. Via via che crescerà, affinerà le competenze motorie e di coordinazione, e gli si potrà offrire cibo tagliato a pezzettini, sempre evitando le forme pericolose. Proporre cibi spezzettati minuziosamente non è pericoloso per bambini più piccoli, ma potrebbe essere davvero frustrante per loro non riuscire ad afferrarli. Ricordiamo ciò perché è importante favorire l’esplorazione del cibo, ma anche l’autonomia.

Si parla anche di scivolosità degli alimenti e tagli sicuri per la pasta.

Tutti i cibi che possono appiccicarsi al palato o alle vie aeree non vanno proposti. Gli gnocchi, ad esempio, pur essendo morbidi, non sono adeguati perché molto collosi, così come la mozzarella, il prosciutto crudo, la verdura con i fili. Alcune accortezze vanno prese anche con altri alimenti molto pastosi, come la crema spalmabile di frutta secca, il burro o formaggi come il brie. Cibi con questa consistenza non vanno mai offerti al cucchiaio, bensì mescolati in altre preparazioni oppure stesi in un velo molto sottile su una strisciolina di pane tostato. Il pane non deve essere troppo morbido o con troppa mollica, poiché quest’ultima, lavorata con la saliva, diventa una palla appiccicosa che il bambino non sa gestire. Meglio allora offrire del pane secco o ripassato in forno o in padella, in modo che si sbricioli e si sciolga in bocca. Per quanto riguarda la pasta, i formati più sicuri sono fusilli e spaghetti, molto adatti per essere presi con tutto il pugno dai più piccoli e a basso rischio di ostruire le vie aeree. È tuttavia possibile utilizzare anche altri formati di pasta grazie ai tagli sicuri. Le farfalle vanno bene sia intere, perché molto sottili, oppure divise a metà. Penne o maccheroni devono invece essere tagliati nel verso della lunghezza, in modo da ottenere due strisce di pasta piatte. I ditalini sono più adatti quando il bambino ha imparato la presa a pinza, cioè con pollice e indice. Questi accorgimenti, oltre a far sperimentare il cibo in sicurezza, consentono al bambino di alimentarsi da solo, fattore che sostiene l’autoregolazione e che aumenta la convivialità durante il pasto, dal momento che gli altri commensali, nel frattempo, potranno continuare a mangiare. Se non ci si sente sicuri nel proporre questi formati si può sempre sminuzzare la pasta in pezzettini o utilizzare formati piccoli come quelli da minestra, per poi cambiare man mano che la masticazione del bambino diventa più efficace.

Quali sono i cibi a cui fare più attenzione?

Gli alimenti filamentosi, come finocchio o sedano crudi. In questo caso è necessario eliminare i filamenti e poi tagliare molto finemente l’alimento con andamento perpendicolare alle fibre. Il filamento va eliminato anche ai fagiolini cotti, che invece per forma e consistenza possono essere proposti interi. Gli alimenti che possono accartocciarsi formando un gomitolo in bocca, come spinaci e altre verdure a foglia cotte, oppure foglie di insalata troppo grandi. Il bambino non riesce a gestire bene questi cibi, che vanno sminuzzati o utilizzati come ingredienti per altre ricette (frittata di spinaci, risotto alle erbette o alla crema di radicchio, pesto di bietola e mandorle). Le foglie di insalata possono essere tagliate a listarelle nel verso opposto alle nervature. Alimenti che, una volta caldi, cambiano consistenza, come ad esempio la mozzarella: cruda e a piccoli pezzetti è perfetta durante lo svezzamento, ma una volta cotta diventa filante e quindi molto pericolosa. Alimenti con consistenze gommose come seppie, polpi e gamberetti. Sembrano morbidi, ma in bocca non si sfaldano. Per proporli vanno necessariamente sminuzzati molto finemente. Alimenti come gli affettati sono molto difficili da gestire, va eliminato tutto il grasso visibile e devono essere poi offerti spezzettati. Altri alimenti non idonei per il bambino di pochi mesi, e comunque pericolosi anche successivamente, sono caramelle e pop corn. Per forma e consistenza risultano molto pericolosi, soprattutto perché si somministrano in momenti in cui il bambino è spesso distratto.

Ha anche un suggerimento per l’alimentazione della mamma in questo periodo della sua vita?

La mamma e di conseguenza tutta la famiglia dovrebbe seguire le indicazioni della dieta mediterranea: tanta verdura, almeno due pozioni a ogni pasto, frutta almeno due porzioni al giorno, cereali integrali, legumi, pesce, e con la giusta frequenza uova, formaggi, carne bianca e carne rossa, limitando il più possibile bevande zuccherate, cibi ricchi di sale, e zucchero e prodotti industriali ultraprocessati.

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