Il Consultorio di Goito organizza un incontro per imparare a rispettare l’ambiente e avere un rapporto più armonioso con la vita
Dopo aver riflettuto sull’eliminazione del superfluo ci rimaneva un’altra strada da percorrere: quella del riciclo. Ne abbiamo parlato l’11 settembre con Elisa Trevisi al Chiosco del Mincio, nell’ambito di un’iniziativa organizzata dal Consultorio di Goito. Elisa, ci ha raccontato come è arrivata a ripensare allo spreco di materiali che osservava durante la sua ex attività professionale di fiorista: con due amici ha sviluppato una riflessione interessante su tale tematica e insieme hanno costruito un blog all’indirizzo telematico www.seminala.it.
Se pensiamo alle discariche dove ci rechiamo per smaltire i rifiuti, vediamo non solo stoffe, carta, legname, plastiche, vestiti, metalli, ma anche oggetti praticamente nuovi ma non più utili, perché obsoleti o caduti in disuso. Il riciclo, dunque, apre una questione importante anche in relazione alla crisi economica e ambientale, in termini di sostenibilità. Inoltre, ridurre i rifiuti che produciamo incide anche sulla nostra salute mentale e permette di avere un rapporto più armonioso con la vita.
Nell’incontro Elisa ha portato con sé svariati materiali: plastica, fiori, stoffe, foglie, appendini, scatole ecc. Per farci un’idea del riciclo Elisa ci ha fatto osservare, toccare e immaginare gli oggetti quotidiani con occhi curiosi. Ci ha mostrato come intervenire sulla struttura degli oggetti: ciò che viene riciclato non ha meno dignità dell’oggetto originario, se riusciamo a immaginare che, una volta modificato, quello stesso oggetto potrà assumere un’altra funzione. Riciclare, riutilizzare come, è un progettare-giocare con gli scarti e ridare loro una seconda vita o una seconda chance.
L’incontro è stato un momento di convivialità e socializzazione e il laboratorio del riciclo è stato il pretesto per lavorare in gruppo, lavorare con le mani, rilassarsi e porsi dei quesiti rispetto al superfluo che tutti noi accumuliamo. Mai come ora la filosofia del riuso deve necessariamente essere incentivata perché si basa sulla consapevolezza che ciò che non serve più a noi può servire ad altri, e viceversa. Inoltre, non si tratta solo di non sprecare risorse, ma anche di rispettare l’ambiente.
Parafrasando Bruno Munari (artista, designer, scrittore) che scriveva “chi ascolta dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara”, possiamo dire che anche noi facendo qualcosa in questo laboratorio, abbiamo imparato.
Di Roberta Pasotti, assistente sociale consultorio Goito