Carlo Poma, mostra all’ospedale di Mantova

Nella hall si racconta con parole e immagini la vita del medico, martire del Risorgimento, in occasione del bicentenario della nascita

Termina l’anno con una nuova mostra lo spazio espositivo permanente di Asst Hallart. Si tratta di un’esposizione molto significativa, in quanto ripercorre la vita di Carlo Poma, nell’ambito della rassegna di eventi organizzati dall’azienda in occasione del bicentenario della sua nascita. Al termine della mostra, i pannelli saranno esposti in via permanente all’ospedale di Mantova.

Una mostra per raccontare con parole e immagini la storia dell’uomo, del medico, del martire del Risorgimento che ha dato il nome all’ospedale di Mantova. Gli studi, gli affetti, le cure, la prigionia, l’anelito verso la libertà. Un viaggio alla scoperta delle nostre radici, facendo tesoro di ciò che è stato. Di una vicenda che ha ancora molto da insegnare.

Il titolo – Ma il pensier a un vulcan che non è spento – riprende un verso di uno dei sonetti di Carlo Poma, scritti con la carbonella o altri mezzi di fortuna durante la prigionia prima nel carcere della Mainolda e poi al castello di San Giorgio: Com’uom che in preda a duro morbo il viso/ Sparuto, e rabbuffata abbia la chioma,/ Nel lampeggiar degli occhi e nel sorriso/ La grand’alma dimostri ancor doma:/ Così per lungo carcere conquiso/ E dai dolori per la grave soma/ Delle membra il vigor debile io sento,/ Ma il pensier a un vulcan che non è spento.

Le immagini esposte arrivano dall’Archivio di Stato di Mantova, dal museo di Palazzo San Sebastiano, dall’Archivio storico del Comune di Mantova, dalla Biblioteca Comunale di Como. I testi sono tratti da Ma il pensier a un vulcan che non è spento – Carlo Poma, una vita spesa per la libertà della patria, di Elena Miglioli, in ‘Belfiore, Olga Visentini’, edizioni Il Cartiglio Mantovano, 2016. La mostra, visitabile fino al 30 marzo 2024, è curata da Elena Miglioli, responsabile dell’area ufficio stampa e comunicazione di Asst e dalla collega Maddalena Bellei.

Oggi l’inaugurazione con letture recitate a cura di Francesca Campogalliani, presidente dell’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani. La compagnia teatrale era stata coinvolta anche in due visite guidate organizzate lo scorso maggio a Mantova. A condurre il tour la guida turistica Giacomo Cecchin. Il percorso si era snodato fra le tappe cittadine che segnarono la vicenda del giovane medico: la sua casa natale (nei pressi di San Barnaba), l’ospedale in cui fu arrestato (Sant’Orsola), le carceri che lo videro prigioniero (Mainolda e Castello di San Giorgio), il confortatorio (Santa Teresa), dove trascorse gli ultimi giorni della sua vita.

Tutti questi luoghi sono anche raccontati con parole e immagini nella mostra. Fra i reperti della mostra, il frontespizio della tesi di Carlo Poma per la laurea conseguita all’università di Pavia, una canzone composta dal martire in occasione della laurea in Medicina del fratello Alessandro, il diploma di laurea, la sentenza di condanna a morte, le pezzuole di tessuto sulle quali Poma scriveva messaggi per comunicare con i familiari durante la carcerazione.

Il 10 novembre, invece, era stato organizzato un incontro pubblico all’Accademia Nazionale Virgiliana dal titolo CARLO POMA: LE CURE, IL CORAGGIO, IL CUORE. Un’opportunità per conoscere gli aspetti più umani di Carlo Poma, attraverso uno studio condotto sulla sua calligrafia, ma anche per capire cosa significava essere medico e come funzionavano gli ospedali e le cure nell’Ottocento. Relatori Luisa Onesta Tamassia, direttrice dell’Archivio di Stato Mantova e Andrea Zanca, medico, già direttore della dermatologia di Asst Mantova e membro dell’Accademia Virgiliana.

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